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Brescia Rassegna
a cura di Gianfranco Comai

Via S. Bartolomeo 21/f - 25128 Brescia (BS)
Tel: 030 3702342 - Fax: 030 3702342
email: info@bresciarassegna.it
Benvenuti in BRESCIA RASSEGNA
Una antica sentenza latina dice che carmina non dant panem, esortando più o meno a non affidare il proprio sostentamento alla poesia o meglio, a tutto ciò che esula dai commerci, dagli affari e dalle industrie umane produttive, ma da questo aforisma – classicheggiante e pragmatico – noi invece partiamo, come da una provocazione, per rivalutare la dimensione umana non immediatamente utilitaristica e cerchiamo di aprire una finestra su questa sponda così imprevedibile, ineliminabile e spesso insondabile dell’essere umano che parla di necessità spirituali come fondamento della concretezza fisica.
Perché questo è il fatto, nessuno disprezza il pane anzi, proprio per il pane ogni giorno ci alziamo all’alba, trangugiamo un caffè e ci immergiamo rapidamente nei traffici quotidiani, gli uffici, la fabbrica, il cantiere, il laboratorio, la scuola e ciascuno ha caro il suo negotium. Ma proprio nella sua intima costruzione lessicale questa parola latina – come in italiano peraltro – propone la negazione di quell’otium che secondo Cicerone non aveva nulla a che spartire con l’accidia o l’indolenza, ma era un tempo dignitoso, da dedicare a se stessi per ascoltare le proprie necessità e le proprie esigenze.
Uno stimolo insomma, che invita a concludere ogni affare presto e bene per godere – ad impresa finita – del tempo indispensabile a riappropriarsi dell’unità di corpo e anima, per nutrire questa alle sponde della poesia e lasciare che quello se ne ristori.
Poesia in senso lato naturalmente, non – o almeno non solo – Il cinque Maggio di manzoniana memoria che spunta dalle drammatiche reminiscenze scolastiche, né altre testimonianze parimenti raccolte dalle sillogi afflittive della nostra giovinezza.
Ma poesia come espressione di libertà che – costruita con l’ingegno e con l’impegno, con la mente e con il cuore – sappia catturare l’attenzione e l’ammirazione del pubblico, sempre più numeroso, che affolla gli appuntamenti annuali di questa Rassegna Artistica Bresciana Itinerante.
E in questa ponderosa definizione è racchiuso tutto il senso della manifestazione, dei suoi confini e della sua dimensione, che raccolgono il peso delle creatività e delle ingegnosità locali per esporlo su un tavolo la cui posizione non è rigorosamente fissa anzi, si è fatto itinerante, o meglio vagante, divenendo di fatto ospite di anno in anno delle piazze provinciali più prestigiose, per togliere ogni sospetto di ingessatura istituzionale.
Detto questo, si scopre anche immediatamente perché diventa difficile definirne i contorni.
Né gruppo, né associazione, non un preciso luogo espositivo, non un museo, una mostra permanente, insomma soltanto un vago e indefinito contenitore che assomiglia molto alla variegata ed effimera vita delle bolle di sapone.
E come le bolle dei giochi infantili questa rassegna eterea e fantasiosa vaga qua e là per la provincia con le sue iridescenze accattivanti e si appoggia ai capricci di una brezza ideale che spira improvvisa, aspettando l’animo schietto di chi nel cuore è ancora fanciullo e la insegue con gioia, prima che improvvisamente gli svanisca tra le mani.
Si potrebbe dire che è come un sogno magari ricorrente, ma che di volta in volta si aggiusta prolungando le attese, moltiplicando le compiacenze o bruscamente interrompendo una piacevole frequentazione. Insomma questi espositori non sono professionisti – o almeno non si tratta di professionisti per quanto concerne la materia in esposizione – pur tuttavia la categoria del “dopolavorismo” non gli rende giustizia, come non rende giustizia alla portata creativa dell’animo umano che quotidianamente si piega sì alle industrie della necessità, ma esplode poi in una miriade di insospettabili rivoli di attività, studi e ricerche.
Pittori e scultori su innumerevoli varietà di supporti (pietra, legno, tela, seta) con altrettanta varietà di tecniche, decoratori e poeti, realizzazione di oggettistica, raccoglitori delle più impensate rarità, esperti di bonsai, il campo è aperto a chiunque desideri mettere in gioco le sue capacità sia solo per manifestarne l’esistenza, sia – e perché no – per crearsi una nicchia di mercato nella quale perpetuare le personali abilità.
Tutta la flessibile e sfaccettata realtà dell’ingegno bresciano ha diritto di asilo in queste rassegne.
Ecco perché l’annuale riproposizione della manifestazione non è una rigorosa riedizione di quella precedente, ma segue una legge estemporanea, nelle dimensioni, nella composizione e nella scelta dell’itinerario da percorrere, su e giù nella eterogeneità del paesaggio bresciano che spazia dalle montagne ai laghi, dalla pianura alla città. Anche questa insomma è una pagina dell’industriosità bresciana, che ciascun autore può gelosamente riservare alla dimensione personale o – a suo piacimento – offrire in questa rassegna ad una fruizione allargata.
Un balcone, per così dire, al quale il pubblico si affaccia per verificare la perpetuazione della tradizionale dinamicità dell’ambiente bresciano.
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